Negli ultimi anni la chirurgia oculistica ha compiuto una notevole evoluzione tecnologica rendendo i vari interventi meno traumatizzanti, con un miglior decorso postoperatorio ed un recupero visivo più rapido.
Anche nella chirurgia del segmento posteriore, cioè quella che interessa le strutture dietro il cristallino, si sono fatti passi da gigante con l’introduzione di strumentazioni di piccolo calibro: 23 gauge (0,72 mm ) e 25 gauge ( 0,50 mm ) che attraverso delle guide vengono introdotti all’interno dell’occhio per via transcongiuntivale, senza cioè apertura della congiuntiva; gli accessi sono inoltre autochiudenti e nella maggior parte dei casi non necessitano di sutura.
Proprio per questi motivi la vitrectomia mininvasiva consente di affrontare molte delle patologie vitreo-retiniche come il distacco di retina, endoftalmiti, sindromi dell’interfacie vitreo-retinica (pucker maculare, foro maculare, etc.), complicanze della retinopatia diabetica ( emovitreo, edema maculare etc. ) con un ridotto trauma chirurgico, una minore reattività dei tessuti oculari ed un maggior confort e sicurezza per il paziente.
Cosa è il distacco di retina?
Il distacco di retina si realizza quando si ha la separazione della retina neurosensoriale dall’epitelio pigmentato con accumulo di liquido tra I due foglietti retinici; la forma più frequente è il distacco regmatogeno in cui attraverso un foro o una rottura di retina si ha la migrazione di fluido vitreale sotto la retina.
Quali sono i sintomi?
Solitamente il distacco di retina si manifesta con l’insorgenza improvvisa di uno scotoma ( macchia scura più o meno estesa) corrispondente all’area di retina che si è staccata e spesso può essere preceduto da miodesopsie ( descritte come “mosche volanti”, “punti neri” o “filamenti”) o fotopsie (“lampi di luce” o “archi luminosi”). In presenza di questi sintomi, soprattutto nei soggetti miopi, è necessario effettuare immediatamente una visita oculistica in quanto se il problema viene diagnosticato in fase precoce può essere sufficiente eseguire un trattamento laser; se la rottura viene diagnosticata tardi ed il distacco è già in atto è necessario l’intervento chirurgico la cui tempestività condiziona comunque il recupero visivo del paziente.
Intervento chirurgico
L’intervento, a seconda del tipo di distacco, può essere effettuato mediante due tecniche:
1. La prima eseguita dall’esterno sulla superficie del bulbo oculare consiste nell’impianto di una banda (cerchiaggio) o di elementi (piombaggio) in silicone che indentando la sclera permettono la chiusura delle rotture retiniche ed il rilascio delle trazioni vitreali.
2. La seconda, vitrectomia, consiste nella rimozione del gel patologico (vitreo) posto all’interno del bulbo oculare e nella sua sostituzione con una sostanza tamponante, miscela di gas o olio di silicone, che consente di mantenere la retina accollata nel primo periodo post-operatorio; l’olio di silicone necessita di un secondo intervento per essere rimosso che normalmente viene eseguito dopo circa due mesi.
Recupero visivo
Con le moderne tecniche di chirugia mininvasiva il decorso post- operatorio è migliore per il paziente in quanto i tessuti esterni non vengono interressati; ciò consente una notevole riduzione della componente infiammatoria con un maggior confort ed un recupero più rapido; le normali attività possono essere riprese dopo 2/3 settimane. La capacità visiva dipende dall’entità e dalla durata del distacco di retina:tanto maggiore è la durata del distacco tanto minore sarà il recupero visivo; l’ombra scomparirà in tutti I casi in cui la retina è stata riposizionata, ma in caso di interessamento della regione maculare (area della visione centrale ) il recupero visivo potrà essere incompleto.